Un morso aguzzo di sudore è la sveglia che una mattina presto scuote la giovane Anna dal sonno inquieto del presentimento e la sbalza direttamente in un set angosciante, fermando lo scorrere del tempo. Nel fondo scale del suo condominio si sta consumando la morte enigmatica di una donna già morta e impaludata, sua madre Letizia. Decesso improvviso o annunciato? Il dramma irrisolto di questa scomparsa provoca nella ventenne, proprio alle soglie del suo matrimonio, un abisso di dolore che la farà restare, come già accaduto per sua madre, avvitata in un turbine di acqua piena di acqua tinta di pece. Letizia, Anna e Lodovica, nonna, madre e figlia, tre generazioni di donne che la corrente di un fiume trascina lungo un nastro che si srotola nelle anse, nelle secche e nelle cascate del fiume stesso.
Una saga familiare in cui il tempo narrativo non segue il tempo della storia, ma si dilata e si contrae, va avanti per poi rimbalzare indietro al ritmo di un respiro interiore che ora ringhia frenetico, ora stagna e poi ancora impazza in gorghi e nodi, fino a che diventa acqua piena di acqua, forte e trasparente che arriva al mare.