Perché un dramma? Perché resta ancora il modo migliore per rappresentare un conflitto.
Un conflitto fra una donna di oggi, Cecilia, e le sue secolari e misteriose inquietudini. Accanto il suo terapeuta alla ricerca delle radici di quel male di vivere. In questo viaggio affiorerà in modo sempre più energico l’immagine luminosa di una mistica del Seicento, simbolicamente denominata MAD24, al secolo Apollonia Ventiquattro. Un personaggio che è veramente esistito e che ci ha lasciato un manoscritto – oggetto di studio e di un saggio della prof.ssa Silvia Mantini che lo ha rinvenuto – al quale la pièce teatrale è ispirata. Ma se è vero che i testi della mistica femminile si possono leggere e studiare da più punti di vista (religioso, letterario, sociologico, psicoanalitico, filosofico), quello che si impone all’attenzione dell’Autrice è il loro tratto fondamentale: le strategie messe in atto da quelle donne per autodeterminarsi e liberarsi. Così MAD24 si rivelerà sorprendentemente un’eretica, nel senso etimologico della parola, ovvero colei che sceglie l’avventura celeste come traiettoria terrena per non restare relegata, in un’epoca di costrizioni e inquisizione, negli stretti ruoli di figlia, madre o moglie, né soffocata dalla clausura del convento. Sarà lei che narrando del suo Dio come di un’esperienza diretta e esclusiva, e svelandolo come una sorta di dispositivo simbolico, a gridare a Cecilia la necessità di continuare un percorso interiore volto a raggiungere una verità sconfinata dove c’è posto per il desiderio e il libero arbitrio.