Tre brevi copioni teatrali, più uno in appendice, in cui in ottica moderna ma con rigore storico si dà piena voce a personaggi che Dante aveva tenuto silenziosi: ne nasce una attualizzazione ma anche una sorta di messa in stato di accusa dell’uomo e dello scrittore che, dopo settecento anni di pene purgatoriali, adesso è sicuramente asceso ad occupare il suo posto nella “candida rosa”; a questi si accompagnano tre riflessioni su temi e motivi principali delle tre cantiche, che sembrano quasi nascere dai precedenti dialoghi, in cui più tradizionalmente si torna a privilegiare sull’uomo il poeta, ancora e sempre moderno a settecento anni dalla sua morte. Tre “passi”, dunque, di un viaggio che ripercorre un altro viaggio, di un poeta e di un uomo, rivisitando i suoi luoghi più celebri ma anche illuminandone gli angoli più nascosti.